Sebbene le cucine cinese e giapponese dominino ampiamente l’offerta internazionale della cucina asiatica, ci sono altre tradizioni culinarie nell’area che meritano tanta (o più) attenzione e riconoscimento.
Nei numeri precedenti abbiamo scoperto la gastronomia di luoghi come il Vietnam o il Tibet, e continuando con questa idea di evidenziare “l’altra” cucina asiatica, questa volta ci concentreremo sulla Corea.

La cucina coreana ha le sue origini nell’antica agricoltura e nelle tradizioni nomadi
Nella penisola coreana e nella Manciuria meridionale si distingue per essere basata su cereali e verdure; e negli alimenti fermentati, il suo vero fattore differenziale.

La carne, nonostante sia importante in molte preparazioni (essendo la protagonista di alcune delle più popolari), è soggetta agli ingredienti vegetali, che combinati con il tipo di preparazioni.
I condimenti utilizzati e i benefici degli alimenti fermentati, rende Cucina coreana in uno dei più sani dell’est.

Alla base della cucina coreana troviamo riso e cereali. Durante l’era pre-moderna, le colture principali erano orzo e miglio, integrate con grano, sorgo e grano saraceno.
Durante il periodo di The Three Kingdoms, il riso è diventato il chicco preferito, assumendo il ruolo principale che ricopre oggi.

Inizialmente era un cereale molto costoso, quindi divenne popolare l’abitudine di mescolarlo con altri chicchi più economici, una tradizione che è ancora mantenuta oggi in piatti tipici come il boribap (riso con orzo) e il kongbap (riso con fagioli).
Tuttavia, il modo preferito di consumarlo è bollito e bianco, e fa parte praticamente di qualsiasi cibo coreano.




