Le Isole Svalbard costruiranno un edificio per preservare i ricordi del mondo!
Sotto il nome di ‘The Arc’, l’installazione situata nel più grande insediamento dell’arcipelago, esporrà parte del World Arctic Archive, il focolaio più grande e sicuro del mondo, oltre a una collezione esclusiva del patrimonio culturale dell’umanità. .
Situate lì, così lontane dal resto, nelle altezze del globo, così vicine al Polo Nord, le Isole Svalbard hanno forgiato negli ultimi anni l’immagine di essere l’ultima roccaforte sulla Terra dove si può ancora sperare in un mondo sostenibile. Le balene vagano libere per le spiagge ghiacciate, i leoni marini riposano sulle sue rive e gli orsi polari sono migliaia, molti di più che abitanti. Da qui la fiducia che il pianeta possa ancora resistere. La fede è preservata qui con la stessa sicurezza di qualsiasi cosa sepolta nel permafrost, lo strato di terra che copre circa il 60% dell’arcipelago ed è permanentemente congelato.
L’Arco

Il nome deve la sua origine alla prima sillaba di due parole in inglese che ne definiscono l’essenza: Arctic e Archive. Progettato dallo studio norvegese Snøhetta, The Arc è concepito per ospitare il World Memory Archive, sebbene parte delle sue installazioni saranno anche finalizzate alla visualizzazione di contenuti sia dal focolaio che dall’Arctic World Archive, poiché entrambi i luoghi sono altamente protetti e chiusi al pubblico. Inoltre, il centro riserverà anche una parte dedicata alla singolare formazione geologica delle Svalbard.
Da Munch a Pelé, passando per il Vaticano

Nel suo obiettivo di preservare la Memoria dell’umanità, qualcosa come una capsula del tempo, The Arc ha iniziato a creare una collezione tanto unica quanto diversificata, ed è che all’interno della volta principale puoi vedere dai manoscritti vaticani che risalgono quasi 2000 anni, i videoclip del mitico calciatore brasiliano Pelé oi dipinti del pittore norvegese Edvard Munch.
La cassaforte
Per arrivarci bisogna prima attraversare l’edificio principale, sospeso diversi metri sopra la neve per evitare che il permafrost si surriscaldi. Costruito con pannelli di vetro scuro, non servirà solo come reception, ma fungerà anche da spettacolare punto di osservazione sulle steppe ghiacciate di Longyearbyen, il più grande insediamento delle Svalbard. Dopodiché, un ponte conduce alla volta principale.
Con un’estetica minimalista, l’edificio non stona con la colometria del luogo e ricorda l’argilla che è ancora -incompiuta- che gira sulla ruota. All’interno del monolite, dozzine di touch screen integrati nelle pareti, tra gli altri elementi digitali, faranno parte della mostra permanente nella sala principale. Ma non mostrerà solo contenuti artistici o informativi sull’archivio, ma ospiterà anche un auditorium dove si terranno conferenze e conferenze.
Snøhetta

Commissionato da Arctic Memory AS, l’artefice di realizzare questo progetto è lo studio scandinavo Snøhetta, che, abituato a sorprendere il pubblico con edifici spettacolari, ha deciso di accettare la sfida di costruire in un territorio inospitale come le Isole Svalbard. Ispirati alle forme della natura e motivati dall’idea di preservare il passato per garantire il futuro, sia la volta che il resto della costruzione seguono uno schema minimalista definito dal contorno di linee semplici e morbide.