Come visitare l’isola più remota del mondo

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Si chiama Nuku Hiva, è molto lontano da noi, ma andarci non è poi così difficile.

Nella sconfinata distesa di mare che separa l’Australia dal Sud America c’è un piccolo arcipelago, le Isole Marchesi: un minuscolo gruppo di punti che non sono nemmeno visibili su mappe e globi. Siamo sulle isole più remote del mondo e Nuku Hiva è di gran lunga la più inaccessibile di tutte. Arrivare a Nuku Hiva dall’Europa richiede almeno cinque voli e tre giorni di viaggio. L’unica rete telefonica dell’isola è 2G e c’è solo l’essenziale per la comunità locale, come una farmacia, qualche negozio di alimentari, una scuola, un solo albergo e poco altro. Tuttavia, è un vero paradiso terrestre.

Nuku Hiva è un’isola lontana, la più lontana dalla terraferma e dai continenti, ma non immaginatela come una minuscola isola con poche palme, anzi, è un grande blocco di oltre 300 chilometri quadrati, con migliaia di di abitanti, tre diversi comuni e diverse città, di cui Taiohae è la principale.

A Nuku Hiva ci sono coltivazioni, fiumi, cascate alte centinaia di metri, cime montuose che superano i mille metri di altezza, fitte foreste e decine di animali tipici, come una numerosa colonia di aragoste giganti, ma anche balene, razze, squali, pappagalli , uccelli tropicali e migliaia di specie di piante e alberi.

La parte settentrionale dell’isola ha un clima molto piovoso, che può raggiungere i 3.000 millimetri l’anno, mentre la parte meridionale non raggiunge i 700. Il clima tropicale assicura un clima “estivo” costante che si aggira intorno ai 29 gradi, mentre nella parte alta del sulle montagne ce ne sono fino a 5 in meno. Ideale per escursioni, lunghe passeggiate (molto meglio se fatte con una guida locale) e arrampicate.

Herman Melville nel suo libro del 1846 Typee parla di questo remoto angolo di mondo, l’isola di Nuku Hiva. Infatti, molti scrittori, viaggiatori e artisti, questo è un luogo mitico, che permette loro di allontanarsi da tutto ciò che hanno vissuto e vissuto durante la loro vita. Non c’è solo la bellezza, ma quello spirito di vita che gli indigeni delle Isole Marchesi credono di poter percepire, sentito nella brezza marina.

Sebbene andare a Nuku Hiva sia oggettivamente difficile e richieda giorni, quest’isola è – almeno tecnicamente – un pezzo d’Europa. Sì, perché questo arcipelago fa parte della Polinesia francese, un’eredità coloniale che continua ad avere i suoi effetti anche oggi. Gli abitanti, infatti, sono assimilati ai cittadini francesi, e non sembrano voler rinunciare a questo status. In ogni caso, questo dettaglio legale consente anche agli europei di recarsi a Nuku Hiva con relativa facilità, non serve quasi nessun controllo burocratico per raggiungere l’isola più remota del mondo. Quindi, beh, forse almeno una volta nella vita vale la pena andarci, anche solo per sentire come sei, e cosa senti, lontano da tutto.