Un gastro-tour rurale per mangiare questo lembo di penisola che si estende tra l’Appennino e l’Adriatico.
La zona dei borghi medievali delle Marche sembra un viaggio imprescindibile. Non solo per la bellezza dei suoi centri storici, che ovviamente meritano un piacevole giro in ognuna delle sue vie vestite di balconi fioriti, ma anche per l’interesse suscitato dai suoi prodotti e ricette locali, nonché dai suoi templi gastronomici. Un viaggio per esplorare le Marche letteralmente e con un colpo di coltello e forchetta.
Ascoli Piceno, tra ‘affogati’ e ‘gelati’

Passeggiare per il centro storico di Ascoli Piceno rivela la cultura che incarnano le strade e gli edifici di questo borgo-borgo marchigiano italiano. Ovviamente lo fa anche a livello gastronomico. Uno di quegli spazi, con anni e storie alle spalle, è il Caffè Anisetta Meletti situato in Piazza del Popolo. Un edificio oggi tutelato e dichiarato nel 1981 di Interesse Storico e Artistico Locale dal Ministero dei Beni Culturali e dell’Ambiente, che conserva oggi intatta l’essenza del bar in stile Liberty che un tempo era. Il suo interno continua ad essere una caffetteria capace di portare il visitatore in un viaggio indietro nel tempo con un affogato in mano -quel caffè accompagnato da una pallina di gelato che è una vera delizia- e, fuori, una bellissima gelateria artigianale monopolizza tutti gli occhi e fa della passeggiata una sosta obbligata.
Lo spuntino locale: olive ripiene alla ascolana

Da questa zona d’Italia, da Ascoli Piceno, sono particolarmente conosciute le olive Ascolana del Piceno, olive a Denominazione di Origine Protetta che vengono servite in diversi modi: come olive verdi da tavola, in salamoia o farcite e impanate. Quest’ultimo formato è, ovviamente, il più curioso -e gustoso- e quello che senza bisogna provare durante una passeggiata in città.
Questa ricetta è di origine monastica, perché fino al XIX secolo Ascoli Piceno era all’interno della regione pontificia ei monaci erano quelli che si dedicavano alla coltivazione, cura e raccolta di queste olive. Era il XVII secolo quando i benedettini iniziarono a riempire le olive con i legumi secchi avanzati, creando una merenda completamente vegana. Tuttavia, solo nel XIX secolo la ricetta si trasformò e iniziò a includere la carne avanzata dalle feste e dalle celebrazioni delle famiglie nobili della città. Una ricetta di antipasti che è giunta intatta fino ai giorni nostri e che, dove si gusta meglio e si vede elaborata, è da Oliva. Da non perdere anche i Maccheroncini di Campofilone ad Ascoli Piceno, una pasta a Indicazione Geografica Protetta, considerato il formato di pasta più pregiato d’Italia, che si può provare al ristorante Locanda Imperfetta.
Gli stufati di mare di Grottammare Alta

Una delle visite imprescindibili nelle Marche è senza dubbio la città marinara medievale di Grottammare Alta. Affacciato sul mare Adriatico, questo borgo italiano è posizionato come uno dei più belli della regione e non c’è da meravigliarsi, basta vedere una foto della sua Piazza Peretti per innamorarsene.
Se Grottammare Alta è nota per qualcosa, è per la qualità dei suoi frutti di mare, quindi pesce e crostacei sono i prodotti di punta dei suoi menu. Un must è la Cantina Di Sant’Agustino, un ristorante situato in un antico convento del 1600 nella cui cucina vengono realizzate le antiche e tipiche ricette del paese come lo gnocchetto -una pizza fritta con indivia dal proprio orto dove la terrazza e la casa -acciughe preparate-, toast di lumache di mare e diversi stufati di mare come le seppie con le bietole o le chiavi di coda di rospo.
Le tre stelle di Senigallia

Oltre che per le sue spiagge di sabbia bianca e cristallina, Senigallia è conosciuta soprattutto dagli amanti della gastronomia per il ristorante che lo chef Mauro Uliassi ha nella sua città natale e che porta il suo cognome per nome. Un tre stelle Michelin che è lontano dal solito concetto nel continente e nei contenuti.
Il suo ristorante, a forma di chiringuito, è -letteralmente- immerso nella sabbia della spiaggia ed è possibile prenotare anche sulla sua terrazza vista mare e cenare sulla sabbia. E la sua gastronomia gioca costantemente con i sapori amari e agrumati e con il lasciare perplesso ogni commensale per la particolarità e la sorpresa dei suoi piatti. Così puoi trovare un gambero rosso in vero contrasto con la buccia d’arancia, zenzero e cannella o una sogliola con un’insalata croccante e salsa di bergamotto, mandorle e aglio. Un’esperienza adatta solo agli appassionati di avventura culinaria.
Il maestro del gelato contemporaneo

Paolo Brunelli è un altro dei nomi che risuonano nella città di Senigallia e nell’immaginario di gelatieri, pasticceri e cioccolatini. Le sue premesse e le sue elaborazioni si concentrano esclusivamente sul prodotto e sulla qualità, oltre a fare un ulteriore passo avanti per evolvere la tradizionale gelateria italiana in un concetto più sofisticato. È quella che lui chiama gelateria contemporanea e non si discosta dalle fondamenta e dai pilastri della tradizione gelateria italiana: realizzare questi dolci a base di latte, panna e tuorlo d’uovo oltre a prodotti nobili e nazionali, come le nocciole piemontesi.
In cerca di abbinamento vicino a Corinaldo

Vicinissima ad uno dei borghi più belli dell’entroterra marchigiano, Corinaldo, sorge un’azienda vinicola il cui progetto nasce nel 2014 con l’obiettivo di rivalutare la vallata e il territorio in cui si è deciso di ubicarla, nei dintorni di San Marcello. Ed è proprio che Filodivino, Wine Resort & Spa, nasce dagli albori della viticoltura biologica radicale, come dicono i suoi titolari: “con l’idea di trovare un riequilibrio naturale in vigna al punto da ridurre al minimo l’utilizzo dei prodotti consentiti dalla il regolamento biologico”. Con queste premesse, e con una filosofia strettamente legata alla terra, hanno creato una cantina con una costruzione interrata per ridurre l’impatto dell’ambiente paesaggistico e si sono concentrati su due ceppi autoctoni marchigiani, il Verdicchio e il Lacrima. di Morro d’Alba.