Esperti di tutto il mondo hanno premiato il lavoro di René Redzepi e del suo team al Noma, Copenaghen.
Dopo due anni, la classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo, sospesa nel 2020 a causa della pandemia, ha nuovamente messo in tensione l’intero settore gastronomico, questa volta da Anversa. Dopo il trionfo di Mirazur, il ristorante di Mauro Colagreco, primo in graduatoria al galà tenutosi a Singapore nel 2019, il panorama della cucina mondiale ha preso una piega che si è fatta notare nelle classifiche. In questa edizione la Spagna è riuscita a piazzare sei ristoranti ai vertici della classifica, incoronati dal Noma, il ristorante di René Redzepi a Copenaghen.

Noma si è trasferito dal magazzino del porto di Copenaghen, dove è stato aperto nel 2003, a un ex cantiere minerario a Refshaleøen, lontano dal centro della capitale. La nuova cucina nordica a cui si dedica Redzepi nel suo ristorante gli è valso il secondo posto nell’ultima classifica dei ‘The World’s 50 Best Restaurants’ e il suo trionfo nella classifica di quest’anno, in cui ha anche festeggiato l’ottenimento della sua terza stella Michelin. Nel suo nuovo Noma, il pluripremiato chef ha introdotto un menu basato su tre stagioni: da febbraio a inizio giugno predominano i frutti di mare scandinavi; in estate si concentra sugli ortaggi, e dall’autunno a gennaio lo dedica alla caccia e al bosco.
È stato seguito da vicino da Geranium, il primo ristorante a ottenere tre stelle Michelin in Danimarca, dallo chef Rasmus Kofoed, e che è stato anche considerato uno dei preferiti. Situato all’ottavo piano di un edificio nel centro di Copenhagen, questo ristorante si dedica al cibo da coltivazioni biologiche e biodinamiche e, secondo il suo chef, a piatti che “risvegliano i sensi” di chi li assaggia.
