Le parole saltano dalla stampa alle arti plastiche per essere protagoniste del lavoro di molti dei grandi creatori contemporanei.
Li possiamo vedere nei dipinti, mettere insieme sculture gigantesche, come una parte essenziale dei graffiti, che brillano di luce al neon … Perché nell’arte moderna ci sono molti autori che hanno usato lettere e testi nelle loro opere come risorsa visiva e concettuale. Il pop ha già reso l’ortografia e le parole un elemento attraente. Pensiamo subito alle opere di Roy Lichtenstein ispirate al fumetto, ricche di onomatopee e personaggi che si esprimono attraverso fumetti, o alla serie di sculture Love, che ha reso celebre Robert Indiana nel mondo.

Tra i motivi che contraddistinguono le tele di Jasper John, lettere e numeri sono tanto significativi quanto le sue bandiere o bersagli. E un altro mito pop, Ed Ruscha, ha giocato in modo singolare con le parole in dipinti e disegni dove i testi sono dipinti con sostanze commestibili. Condividendo l’interesse di Ruscha per il linguaggio, ma ascritto ad altre correnti, come il minimalismo, Bruce Nauman si distingue negli anni ’80 quando ha fatto del neon la base delle sue opere e il mezzo per esplorare l’immenso potere visivo dei testi.

Una potenza che è evidente anche nelle opere di un’altra grande della luce e della parola, Jenny Holzer. Le frasi in diverse lingue che sfilano attraverso le installazioni luminose dell’autrice concettuale nordamericana – una di queste è esposta permanentemente al Guggenheim di Bilbao – le permettono di riflettere su intimità, morte, perdita…