Sarebbe un progetto molto ambizioso ma anche incredibilmente affascinante.
Il 18 ottobre 2017 in astronomia non è una data banale, inoltre, è un momento che probabilmente ha scosso le convinzioni di un gran numero di astronomi e ricercatori. Quel giorno, Rob Weryk avvistò Oumuamua, il primo asteroide interstellare visto dagli umani, il primo oggetto rilevato ad aver visitato il nostro sistema solare da un’altra stella. Ciò che ha sorpreso molti appassionati e scienziati sono state le caratteristiche di questo asteroide: ha una forma molto insolita, lungo e stretto, simile a un sigaro, cosa mai vista prima, e a differenza dei corpi celesti appartenenti al sistema solare, ha un’orbita iperbolica .
Come puoi immaginare, le teorie che hanno cercato di collegare Oumuamua con un artefatto alieno che visita il nostro sistema sono andate e venute e non accennano nemmeno alla sua scomparsa. Lo studio che sembra più convincente al riguardo afferma, invece, che si tratta di un pezzo di pianeta simile a Plutone proveniente da un altro sistema solare.
Ora alcuni scienziati hanno proposto di lanciare una missione per visitare l’oggetto con una sonda. Ovviamente questo sarebbe tremendamente affascinante, ma anche abbastanza complicato perché, come puoi immaginare, questo oggetto è passato di lì nel 2017 continuando il suo viaggio attraverso il cosmo, quindi mentre leggi questo articolo si sposta sempre più nelle immensità esterne.
Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare la manovra di Oberth, che è una specie di fionda spaziale, facendo girare il veicolo attorno al Sole per dargli la massima velocità possibile e poi lanciandolo all’inseguimento. Secondo i calcoli, a quel tempo ci sarebbero voluti “solo” 10 anni per raggiungerlo.
Uno dei più famosi sostenitori della teoria di Oumuamua relativa agli alieni è Avi Loeb, professore di scienze e astrofisica ad Harvard. Secondo lui, si tratta di un artefatto alieno al 100%, una vela spaziale inviata in esplorazione da alcune civiltà. Tuttavia, il professore afferma che simulare l’esatta posizione dell’oggetto oggi è molto complesso a causa delle varie spinte gravitazionali che potrebbe aver subito. In sostanza, rischiamo di lanciare una sonda nella galassia alla cieca. La sua proposta è diversa: che aspettiamo il prossimo oggetto interstellare e lo facciamo.