Atmosfera rurale, natura e, naturalmente, storia con Vlad Tepes come figura di spicco. Sono questi tre pilastri che sostengono la personalità inebriante della Romania.
Da Bucarest, la capitale del paese, devi dirigerti nella regione della Valacchia –Vlad Tepes “l’impalatore” era un principe della Valacchia e non della Transilvania– per visitare due filigrane ortodosse nella città di Curtea de Argés: la chiesa principesca di San Nicola (Biserica Domeasca Sfantul Nicolae) e quella del Monastero (Biserica Episcopala). Poco dopo Curtea de Argés, la strada per la Transilvania si ritrae gradualmente in una piattaforma di curve che attraversa le pendici dei monti Fagaras, nei Carpazi meridionali. Da quel momento in poi, un grande spessore di faggi e abeti ricopre il paesaggio in modo tale che sembrerebbe che non ci possa stare una foglia o un ramo in più. Ma la cosa inquietante di questo territorio è che, soprattutto in autunno e in inverno, le montagne e le foreste sono circondate da inquietanti sciarpe di nuvole e foschia.

E lì, in cima a una roccia, ci sono i ceppi del castello di Poienari. Questo è ciò che resta della fortezza del leggendario principe Vlad Tepes (1431-1476). Per raggiungere le rovine del castello devi salvare 1.448 gradini. È vero che è un viaggio verso alcune rovine, ma la salita, oltre ad essere coperta da nuvole e silenzio, la rende anche un mistero. Perché man mano che aumenti di altezza, lassù puoi vedere quelle che sembrano teste appese a picche. Ma no. Quando si arriva ai piedi delle rovine, si conferma che si tratta solo di poche luci sostenute da lunghi e precari pali.
Sibiu e l’essenza sassone

Sibiu appare 130 km a nord, già nel mezzo della Transilvania. Dopo il bagno di natura offerto dai monti Fagaras, entriamo in quello che fu il capoluogo della regione tra la fine del 17° secolo e per quasi tutto il 18° secolo. Il suo centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, fu costruito dai Sassoni.
Questo centro storico è un’area medievale in stile germanico che invita a fare una lunga passeggiata su una pavimentazione di lastre e piastrelle che sembra più un grande tappeto di vetro. Si scoprono poi belle piazze – la Piata Mare o Grande e la Piata Mica o Piccola –, strade che a causa delle loro dimensioni ridotte assumono talvolta la categoria di passaggi, e il Brukenthal Museum of Art, una delle migliori pinacoteche dell’Est Europa.
Verso Brasov

Sibiu rappresenta un certo anticipo rispetto a ciò che si troverà nella fase successiva, Brasov. Ma prima di raggiungere la seconda città più grande della Romania, ci imbatteremo sicuramente in una scena molto comune sulle strade di questo paese e questo significa un accento esotico all’interno dell’Europa motorizzata. Guidando nella notte rumena, lungo strade buie, a tratti curve e anche strette, bisogna stare attenti ad evitare le auto dei contadini che tornano alle loro fattorie. Sono carri trainati da cavalli, la maggior parte senza segnaletica anteriore o posteriore e che all’improvviso spuntano dal buio, come un vecchio sogno salvato da leggende incantate.
Brasov possiede uno dei quartieri medievali più belli d’Europa. La grande piazza di Sfatului rivendica la sua egemonia su qualsiasi altra spianata rumena, con l’impeccabile edificio del vecchio municipio che domina il complesso. Si addice meravigliosamente a questa piazza per apparire innevata, per non parlare di verniciata dalla pioggia, quando è piena di suggestivo splendore medievale.
Il castello dove non visse mai Vlad Tepes

Tra questo paesaggio indisciplinato si erge il leggendario Castello di Bran, aggrappato alle scogliere di una montagna, a 25 km da Brasov. Da lontano ricorda quell’ambientazione draculiana, la prigionia di principesse e misteri che rese famoso il romanzo pubblicato da Bram Stoker nel 1897. Tuttavia, da vicino risulta essere un edificio innocente che sembra più un palazzo ideale per girare film d’epoca .o anche un luogo destinato ad organizzare aperitivi spontanei nel bel mezzo del pomeriggio. Molti visitatori sono sorpresi di scoprire che il temibile e leggendario principe Vlad Tepes non ha mai vissuto qui.
E all’improvviso la fantasia di Peles

Situato a sette chilometri da Sinaia, fu fatto costruire tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 dal re Carol I. A giudicare dall’aspetto esteriore si può dire che sia opera di un pasticcere o di un vasaio; i dettagli decorativi continuano all’interno, ricco di elementi di puro lusso: avorio, legno di ebano, vetro di Murano… Anche se la cosa migliore del palazzo è la sua ambientazione all’interno di una foresta tinta di verde selvaggio. Durante la dittatura di Ceausescu (1974-1989) il palazzo fu utilizzato come residenza per dignitari stranieri.
Il colorato luogo di nascita di Vlad Tepes

Attraversando il cuore della Transilvania, appare la bellissima Sighisoara, a poco più di cento chilometri a nord di Brasov. Qui nacque Vlad Tepes, temibile impalatore di nemici e criminali, che combatté contro l’invasione ottomana del suo territorio. Anche se è anche vero che i suoi metodi non erano molto più crudeli dei costumi guerrieri e repressivi dell’epoca, nel XV secolo. Per questo oggi i romeni considerano Vlad III un eroe nazionale e, di conseguenza, un personaggio suscettibile di sfruttamento turistico. Ad esempio, la presunta casa natale del voivode (principe-capo) Vlad in Cositorarilor Street ospita un ristorante chiamato, appunto, Vlad Dracul e un museo di armi medievali.