La sorpresa inizia quando si apre la confezione, completamente piatta, e il legno prende la forma di una sedia senza doverlo toccare.
Bio-inspired, bio-based, bio-shaped: queste le tre parole chiave che spiegano il progetto HygroShape; una sedia che non è (veramente) una sedia, ma diventa una a poco a poco. Nato nel dipartimento dell’Institute for Computational Design and Construction dell’Università di Stoccarda, dalle menti creative di ingegneri e professori Dylan Wood, Laura Kiesewetter e Achim Menges (in collaborazione con Robert Faulkner, Denitsa Koleva, Kristina Schramm, Lena Strobel e Ramon Weber), questa seduta è un esperimento che va dal design all’ingegneria e che si modella a seconda dell’ambiente in cui si trova. La sorpresa inizia quando viene aperta la confezione. Attraverso viti, chiodi e martelli, il materiale HygroShape si trasforma: “senza sforzo, in silenzio, senza interazione umana né strumenti o istruzioni di montaggio”, si legge nella descrizione ufficiale.


Il processo di automodellamento termina quando le parti (in legno) vengono bloccate meccanicamente, trovando una stabilità che garantisca l’efficienza del sedile e le sue caratteristiche ergonomiche. I prototipi già testati, H1 e H2, rappresentano un cambiamento nel mondo della progettazione e dei processi produttivi che implementano la programmazione dei materiali. Tra tutti i materiali, infatti, il legno si presta perfettamente a questo utilizzo. Gli ingegneri lo chiamano “programmabile”, il che significa che può cambiare volume e rigidità in base a un fenomeno igroscopico, per cui i materiali assorbono l’umidità circostante, espandendosi quando sono bagnati e contraendosi quando sono asciutti. In questo modo una seduta piatta o un mobile può trasformarsi (secondo un disegno digitale) nel momento in cui entra in contatto con un ambiente.


H1 è una sedia con schienale rigido. Prende la forma dal dispiegarsi di due superfici collegate, che trovano stabilità in una combinazione di linee curve e morbide. H2 è un lettino a dondolo, pensato per il relax, con due superfici programmate indipendentemente, che si modellano insieme e si fissano tra loro. “Il potenziale di un design con una configurazione di questo tipo è enorme, poiché la digitalizzazione, la selezione e la disposizione del materiale favoriscono una produzione flessibile e adattabile, in grado di generare forme e configurazioni personalizzate”, spiegano nel comunicato. HygroShape introduce un nuovo sistema flatpack, in cui la forma è integrata nel materiale stesso e prende vita quando si apre la confezione. “Ogni pezzo viene prodotto e trasportato piatto, di meno di 3 cm di spessore, e la sedia finale può raggiungere un’altezza di 50 cm.” Insomma, avete mai visto una sedia che si monta da sola, aumentandone il volume del 30%? Di certo non così lontano. Ma inizierai a vedere!