Una bibita secolare che si consuma ancora in queste date.
Conosciuta come Sangre de Cristo, Agua de Cuaresma o Lacrime della Vergine, ha origine nei seminari dei monaci. Sebbene non esista una versione chiara, la storia racconta che i religiosi crearono questa bevanda dalle verdure e dai frutti che loro stessi coltivavano. L’Agua de Obispo iniziò ad essere preparata e consumata regolarmente nel XVI secolo, quando a metà della Settimana Santa gli abitanti di Zacatecas (Messico) visitavano le case dove avevano un altare dedicato all’Addolorata. In questa tradizione, che si mantiene ancora oggi in Messico, nelle case è collocata un’immagine di quella Vergine, un crocifisso e una tavola decorata con tovaglie alla moda, candele, figure di creta, pentole con grano e mais, bandiere di colori e acqua dolce fatta con diversi tipi di frutta e verdura. Secondo la storia, in quel momento, mentre i visitatori stavano guardando l’altare, chiesero al proprietario: La vergine ha pianto? E, se la risposta era affermativa, si recavano al focolare a pregare tutti insieme e, alla fine, l’ostia offriva in cortesia l’Acqua del Vescovo.

Questa bevanda, conosciuta con diversi nomi, è una bevanda rinfrescante tipica dello stato di Zacatecas ed è proprio durante la Quaresima che viene consumata nelle case e nelle riunioni di famiglia. Tuttavia, l’Agua de Obispo non è solo bevuta, ma, per la sua composizione di materie prime –barbabietola, lattuga, arancia, mela, banana e arachidi-, c’è chi la prepara anche in formato insalata. E sebbene sia servita come bevanda, l’Agua de Obispo contiene i pezzi di ciascuno degli ingredienti.
Piccola curiosità è la barbabietola che dà il colore e il nome a questa bevanda.