La montagna della paura in Giappone

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Le persone vanno al monastero di Osorezan, in una caldera vulcanica traboccante di zolfo, per onorare i defunti e connettersi con loro.

In Giappone, la soglia tra questa vita e l’aldilà si trova a Osorezan (Montagna della paura), al centro di Shimokita, una penisola a forma di ascia che si estende dalla parte settentrionale dell’isola di Honshu. Un insieme di otto picchi boscosi, la cui forma evoca un loto, circonda la caldera vulcanica che occupa il lago Usori. La zona è circondata da fumarole e le acque azzurre del lago, estremamente acide per la sua ricchezza di zolfo, non ospitano pesci. Per il buddismo giapponese, questo scenario incarna l’ingresso negli inferi. Il mitico fiume Sanzu che l’anima deve attraversare per accedere all’aldilà è in questo caso equiparato al fiume Shozu, che scorre dal lago Usori. Le minacce provenienti dal mondo sotterraneo sono evidenti: non appena si attraversano le mura che circondano il monastero di Bodaiji, l’unica costruzione umana nella caldera, ci si aggira in un paesaggio carbonizzato, tra sabbie ardenti e pozzi di fango ribollenti.

I genitori che hanno perso un figlio o hanno abortito vengono a Osorezan per pregare il Bodhisattva Jizo di vegliare sul bambino nell’altro mondo. Jizo è il protettore delle donne incinte e dei bambini, così come dei viaggiatori e dei vigili del fuoco. Statue di lui che indossa il suo berretto rosso, bavaglino e bastone da passeggio sono ovunque a Osorezan. Ci sono anche molte girandole giocattolo colorate, che vengono fatte girare dal vento, e pinnacoli di pietre a sostegno del defunto. La ricerca di consolazione e speranza sembra fluttuare nell’atmosfera solenne di Osorezan, tra vapori di zolfo.

Alla ricerca dei ciechi veggenti

Ogni anno, dal 20 al 24 luglio, si svolge la festa del monastero. Nel recinto vengono montate le tende e la gente va a chiedere informazioni sullo stato dei loro defunti agli itako, i ciechi veggenti, anche se oggi non tutti sono privi di vista. I rituali di connessione con gli antenati sono un pilastro della cultura giapponese. Se una sottile membrana, come una porta scorrevole fatta di carta di riso, separa il tangibile dal mondo spirituale, si direbbe che gli itako hanno la capacità di percepire entrambi i lati contemporaneamente. Durante il pellegrinaggio autunnale (nel 2022, dall’8 al 10 ottobre), Osorezan riunisce ancora una volta medium e fedeli che hanno perso i propri cari. Tra novembre e aprile la neve prende il sopravvento e il monastero è chiuso al pubblico.