Questa è la prima fattoria sottomarina del mondo!

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Lattughe, pomodori, fragole, funghi e altri alimenti possono essere piantati in capsule sott’acqua.

Quando Sergio Gamberini ha fondato il marchio di attrezzature subacquee Ocean Reef Group, non pensava che sarebbe stato il seme di qualcosa di più grande. Amante delle immersioni e del giardinaggio, l’italiano si chiedeva se fosse possibile ricreare le condizioni per lo sviluppo di alcune piante sotto il mare e unire così le sue due passioni.

Fu così che nel 2012, durante la sua vacanza in Riviera Ligure, seminò il seme che avrebbe dato origine al Giardino di Nemo, il primo allevamento sottomarino al mondo. Al largo, in Liguria, ora si coltivano zucchine, pomodori, funghi o fragole. L’obiettivo di questo progetto, in cui diverse biosfere piene di aria trasparente sono state affondate a sei metri sotto il fondale marino, non è solo quello di coltivare piante come il basilico in un ambiente diverso.

L’idea di creare un sistema innovativo che serva come alternativa alla coltivazione tradizionale è il suo obiettivo principale. In breve, garantire che le aree con maggiori difficoltà di impianto per condizioni ambientali, economiche o morfologiche abbiano accesso anche alle risorse agricole con agricoltura subacquea.

L’OMS stima che entro il 2050 la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 9 miliardi di persone. Molte zone costiere saranno inondate dai cambiamenti climatici e progetti come questo possono risolvere il problema dell’ottenimento di cibo in un mondo con meno terra ma più persone. Lattuga, fagioli, piselli, aloe vera… protetti da un bicchiere da animali come i cavallucci marini, che raramente comparvero su queste coste.

Questo progetto ecologico e autosufficiente utilizza l’energia solare e l’acqua dolce dissalata. Questo, sommato alle condizioni microclimatiche e termiche delle biosfere in cui sono ubicate le aziende agricole, favorisce la crescita delle colture e contribuisce al ripopolamento delle aree marine circostanti.

Le aziende farmaceutiche sono già interessate al progetto ed è allo studio l’uso di questa biosfera per l’ecoturismo, l’allevamento ittico, la coltivazione di alghe o per la ricerca scientifica o il monitoraggio della fauna selvatica.